Ben Kenney, bassista degli Incubus, è molto presente sui vari social network, come saprà chi lo segue. Su di essi condivide tutto: pensieri, scorci di vita, foto scattate durante i suoi tour solisti o con gli Incubus ed è proprio per questo che è stato intervistato da nerdwerx.com, dove Ben e l'intervistatore hanno parlato dell'importanza dei social, del loro uso ed abuso e di molto altro. Buona lettura!

Non è cosa di tutti i giorni sedermi a parlare con musicisti famosi. E’ vero, ho incontrato molti artisti dopo gli show, ho amici nel settore che fanno tour, ma aver la possibilità di conversare faccia a faccia con Ben Kenney degli Incubus è stato proprio fantastico e mi ha fatto girare un po’ la testa.

 
Il curriculum musicale di Kenney è notevole, essendo il bassista degli Incubus, essendo stato chitarrista dei The Roots, e avendo suonato con altri due membri degli Incubus Mike Einziger e Josè Pasillas in Time Lapse Consortium. Nel 2003 Ben Kenney ha preso il posto dellìallora bassista degli Incubus Dirk Lance ed ha fatto il suo debutto con la band nel palco di Lollapalooza.
 
Inutile dire che ero elettrizzata che Kenney avesse accettato di fare una chiacchierata con me, riguardo i social media. Ha fatto riflessioni interessanti sull’argomento social networks ed ha spiegato un pò come li utilizza.
 
Vantando 29.524 likes nella sua fanpage di Facebook, avendo 26.1 mila followers su Twitter e 12 mila su Instagram, Kenney ha decisamente gli occhi puntati addosso e sapendo ciò, cerca di curare attentamente i contenuti che va a pubblicare nei suoi profili pubblici.
 
“Mi piace coinvolgere i miei fans nella misura in cui ciò mi sta bene” dice Kenney “Cosa vorrei vedere io stesso, seguendo un musicista? Vorrei sapere quando registrerà un nuovo album e quando andrà in tour”
 
Con il successo commerciale che gli Incubus hanno raggiunto, non sorprende il fatto che abbiano 5,7 milioni di Fans su Facebook, 221 mila followers su Twitter e 62 mila su Instagram. Ora che la band non è in tour, Kenney coglie l’opportunità di esibirsi ed andare in tour per promuovere il suo progetto solista.
 
 “I social media hanno avuto grande incidenza nel promuovere la musica che creo al di fuori degli Incubus” afferma Kenney.
 
Come molti musicisti, Ben ha iniziato usando MySpace, nel 2005, “E’ stato pazzesco, ho iniziato con 200-300 followers e in 6 mesi ne avevo 30 mila” asserisce che all’inizio I social media erano un  “Far West” concordo con lui in quanto in quel momento era tutto una novità e non si sapeva bene quali erano le regole.
 
Ho trovato il suo approccio ai social media molto simile al mio, ovvero ponderare bene ogni singolo post da inserire. Kenney fa notare un aspetto fondamentale sull’argomento: “E’ una cosa molto innovativa e molti non hanno questa concezione”
 
Ben ha proseguito nel esporre il suo pensiero “Guido spesso la mia motocicletta ed un paio di volte ho scampato il pericolo per miracolo, a seguito di ciò ho anche pensato a quale fosse stata l’ultima cosa twittata, perché mi è venuto in mente l’ultimo tweet di Heavy D’s postato prima che morisse, ed era una cosa molto profonda” Ben ha cercato velocemente quel tweet e l’a letto: “lasciati ispirare”
 
E’ un pensiero che non mi era mai venuto in mente prima, ma potresti morire domani e allora il tuo post permarrà come tale nel tempo. Non sarai lì per poterlo modificare o cambiare. Kenney continua “Non vorrei pubblicare qualcosa di cui dovermi pentire, sono anche stato tentato di riguardare i miei tweets e cancellarne alcuni”
 
Spostando il discorso su Facebook Ben ammette che non è il suo social preferito “E’ un male necessario, ma è anche una bella cosa perché non costa proprio niente utilizzarlo per parlare con la gente. La piattaforma è fatta apposta per fornire suggerimenti e sbattere in faccia alla gente annunci pubblicitari. Non voglio parlare male di Facebook, ormai è la normalità, grazie ad esso non stampo più volantini degli eventi, da molto tempo.”
 
Facebook è drasticamente cambiato nel corso degli anni, con l’evoluzione degli spazi pubblicitari e la possibilità di promuovere i post a pagamento. Ma il concetto è sempre lo stesso – la possibilità diretta di poter comunicare con i fans – Kenney ha fatto un bel esempio “ Se sei un musicista e decidi di pitturare bidoni della spazzatura, questa settimana, hai già uno sbocco commerciale dove poterli mettere in vendita”
 
 
Ben aggiunge ”Facebook è obbligatorio ormai, ma non lo trovo così entusiasmante come Instagram. Amo la fotografia e l’arte figurativa e per questo Instagram mi piace di più.” Se date un occhiata alla gallery di Ben su Instagram, vi accorgerete che è davvero portato per la fotografia e che alcuni scatti sono molto belli.
 
Twitter è un qualcosa che Kenney controlla  “per vedere chi è ancora vivo”, lo desrive come  “un gigante cocktail party” e penso sia una descrizione perfetta per questo social network.
 
“Certe conversazioni (su Twitter) si svolgono in un angolino, è sempre la persona più esuberante che parla di più ma che spesso dice le cose meno interessanti, di solito è la persona più tranquilla che ha le cose più interessanti da dire. Che cosa dico io a questi cocktail party? Che a volte c’è troppo chiasso”
 
La penso allo stesso modo riguardo a Twitter, a volte ci sono troppe informazion,i tanto che è difficile star dietro a tutti i messaggi che spuntano ogni secondo.
 
Kenney ha anche menzionato la nuova frontiera nella psicologia dei social media e come sono “travolgenti e forti” aggiungendo “Compariamo le nostre vite con quelle degli altri che seguiamo nei social media. Probabilmente se sei seduto al DMV (Motorizzazione statunitense)  guardi sul cellulare e vedi che qualcuno posta che se ne sta in Costa Azzurra, pensi, acidenti, io no… io sono qui al DMV”
 
Ho trovato questa parte della conversazione molto interessante, perché a volte ci ritroviamo ad essere ossessionati da quanto un singolo post sta riscuotendo successo.  Kenney dice “E’ pazzesco perché hai tantissime persone che osservano il tuo profilo. Postando qualcosa, può non piacere a tutti, ma lo vedono, se lo ricordano, e comunque non ti danno un responso interagendo con te o appoggiandoti con un  ‘like’.”
 
Di certo, il mondo dei social media, è diventato un qualcosa che nessuno poteva prevedere, specialmente sul fronte dell’industria musicale. E’ uno strumento che permette alle band di autopromuoversi e vendere la propria musica, senza l’aiuto delle etichette discografiche.
Anche Ben concorda che prima dell’avvento dei social media, ti dovevi per forza avvalere delle case discografiche per raggiungere il pubblico. Ora puoi crearti la tua fanpage su Facebook, il tuo profilo su Twitter, un account su Instagram, un blog su Tumblr, un canale su YouTube, o su Reverbnation e così via. E’ davvero sorprendente, per un certo verso, come queste piattaforme mediatiche siano a tua disposizione.
 
A fine della storia, non si può negare che i social networks abbiamo avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della sua carriera musicale. Essi hanno sostanzialmente cambiato il modo in cui i fans scoprono nuova musica tanto quanto gli artisti hanno possibilità di piazzare sul mercato la loro produzione musicale. I social media continuano a mutare rapidamente, c’è un messaggio chiaro che Ben ci da “Non sarei potuto andare in tour senza social networks, non sarebbe stato possibile attuare questo progetto, essi costituiscono il mio mezzo per contattare il mio pubblico, e molti non avrebbero saputo dei miei concerti al di fuori degli Incubus, altrimenti”
 
Per concludere questo bell’incontro con Ben Kenney, ha postato una foto fantastica della nostra ‘guest room’ più nota come ‘The Beach Room’ .
 


 

Fonte: articolo originale

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